Era il lontano 1935 quando Thomas, agente di viaggio arrivò a Mytikas per presentare la merce che vendeva.

Di solito si fermava una settimana nella località dove decideva di sostare per conoscere la gente del luogo in modo approfondito e poter socializzare. Decise di prendere una casetta proprio sul mare, era inverno e faceva freddo ma aveva un bel camino dentro, era piccolina ma accogliente e poteva essere riscaldata facilmente. Al pian terreno viveva la proprietaria dell’appartamento con la figlia, il marito era morto in mare, era un pescatore. La figlia era giovane e bella, dai classici lineamenti greci; si chiamava Penelope.

La sua figura era longilinea, i suoi capelli raccolti e gli occhi erano nero corvino; la pelle color olivastro le dava quel non so che di arabeggiante. Era elegante, di quell’eleganza innata e Thomas ne fu subito colpito, tanto che posticipò il ritorno e anzi iniziò a pensare di trasferirsi in quel luogo genuino, tanto le vendite andavano bene. La corteggiò e i due si innamorarono. Si vedevano di nascosto, perché la madre stava organizzando un matrimonio combinato, anche se lei non voleva. Lei lo raggiungeva sopra nella sua casetta, quando la madre andava al paese vicino e parlavano dei viaggi, dei luoghi da visitare e guardavano il panorama da quel balcone, sconfinato, fatto di futuro, di progetti da realizzare insieme. Ma purtroppo il giorno fatidico dell’incontro con il suo futuro sposo si avvicinò presto.

Il tempo fa così, arriva quando meno te lo aspetti. Quel giorno però lei decise che non poteva sposarsi, prese una barca e scappò in mezzo alla tempesta, verso il mare aperto. Non si seppe più niente di lei. Le sue ultime parole furono, “io tornerò. Il mare non odia e non ama nessuno, è così e basta. Io tornerò da te aspettami”. Lui l’aspettò, intanto gli anni passavano e lui sempre al tramonto si sedeva sul quel balcone e aspettava lei, come le aveva promesso. Nessuna era riuscita a rapirlo come quella ragazza dagli occhi neri. Un giorno ormai anziano vide una donna sempre con i capelli raccolti e non più neri avvicinarsi sotto il balcone e chiedere se ci fosse Thomas. Era lei, quelli i suoi occhi. Ce l’aveva fatta e non lo aveva mai dimenticato.

Passarono gli ultimi anni raccontandosi a vicenda e imparando a conoscersi sempre meglio e ad amarsi ancora di più. Per questo noi la chiamiamo ancora la casa di Barba Thomas, per ricordare la promessa di un amore senza tempo.